L’Espace culturel Lympia si trova al Port de Nice nel luogo che un tempo ospitò le carceri e che ora ospita fino al 31 ottobre 2021 la mostra “Tatoueurs, tatoués”.
La mostra propone circa 130 opere e oggetti presentati, come dipinti, fotografie, incisioni, album, oggetti rituali, strumenti per tatuaggi, calchi in silicone tatuati e documentari.
I tatuaggi proposti giungono da 30 Paesi dei 5 continenti.
Il tatuaggio deve il suo nome al “tatau” polinesiano osservato nel XVIII secolo dall’equipaggio europeo del capitano Cook. La pratica, un tempo onnipresente come marcatore rituale nelle società tradizionali, fu sradicata dalla colonizzazione. Ridotto in alcuni Paesi ad una funzione punitiva, il tatuaggio è stato emarginato, ma nondimeno si è perpetuato fino al XIX secolo quando è mutato l’approccio.
Gli scambi internazionali tra una manciata di tatuatori attivisti hanno contribuito a sviluppare i codici e le tecniche del tatuaggio contemporaneo.
La mostra “Tatoueurs, tatoués” svela le origini del tatuaggio e presenta il revival di un fenomeno ormai globalizzato.
A differenza del ruolo sociale, religioso e rituale che ha svolto nelle società orientale, africana e dell’Oceania, il tatuaggio è stato a lungo in Occidente un indicatore di infamia, criminalità, marginalità, un’attrazione circense quindi il segno di identità delle tribù urbane.
Ai giorni nostri, onnipresente nella pubblicità e nella moda, il tatuaggio è uscito allo scoperto per diventare un ornamento molto diffuso per il corpo. La mostra esplora così i valori etnologici, antropologici e sociologici, ma anche la dimensione artistica del tatuaggio, attraverso una scelta di opere di carattere documentario e produzioni di artisti contemporanei.
“Tatoueurs, tatoués” è stata una delle realizzazioni di punta del Musée du quai Branly – Jacques Chirac. Dalla sua prima presentazione a Parigi nel 2014, non ha smesso di essere proposto un po’ in tutto il mondo. Ovunque, il successo ha superato le aspettative.