“Il privilegio di essere invitata a presiedere la giuria e la responsabilità che mi attende mi riempiono di umiltà. Cannes gioca un ruolo importante nell’ambizione del mondo di conoscersi meglio raccontando storie, questo strano e vitale tentativo che tutti i popoli condividono, comprendono e desiderano”. E’ il commento di Cate Blanchett dopo la prestigiosa nomina per il 71esimo Festival del Cinema in programma a maggio. L’attrice australiana succede a Pedro Almodóvar che, nel 2017, ha premiato con la Palma d’Oro ‘The Square’ del regista svedese Ruben Ostlund. “Vengo qui da anni come attrice, produttore, per le serate di gala e le sessioni del concorso, il mercato stesso – sottolinea – Ma non sono mai venuta per il piacere di godermi la cornucopia dei film che propone questo grande evento”. Pierre Lescure e Thierry Fremaux – rispettivamente presidente e delegato generale del Festival – sono molto lieti di accogliere un’artista rara e singolare il cui talento spazia dagli schermi cinematografici ai palcoscenici teatrali. Cate Blanchett, infatti, alterna interpretazioni sul grande schermo – per le quali ha ricevuto nel 2014 l’Oscar come migliore attrice per ‘Blue Jasmine’ di Woody Allen e, 10 anni prima, quello come migliore non protagonista per ‘The Aviator’ di Martin Scorsese – ad altre sulle scene dei più prestigiosi teatri di tutto il mondo tra cui New York, Washington, Londra, Parigi e, naturalmente, Sydney. E’ anche Ambasciatrice di buona volontà per l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR). “I colloqui avuti nello scorso autunno – concludono Lescure e Fremaux – promettono un presidente impegnato, una donna appassionata e uno spettatore generoso”.