Il Musée des Arts Asiatiques si trova a Nizza sulla Promenade des Anglais al numero 405. La mostra “Genèse de l’empire Céleste”, che può essere visitata fino al 19 settembre 2021, è unica in Francia: la collezione Myers comprende una delle serie più importanti di giade cinesi arcaiche conservate in Europa.
Sin dal Neolitico, la Cina ha mantenuto un legame fondamentale con il cosmo. Il mondo si affida quindi alla coppia Cielo-Terra e l’Uomo, impotente, assiste ai loro incessanti scambi. Con l’emergere delle prime dinastie reali (XVII-III secolo aC), sciamani, stregoni, indovini, filosofi, saggi si occuparono di mettere ordine nel mondo.
Procedendo per analogia, danno forma concreta alle loro credenze ricorrendo a un bestiario fantastico. Sotto le dinastie imperiali (221 a.C. – 1911 d.C.) prevalse la triade Cielo-Terra-Uomo. Pur essendo un attento osservatore, l’Uomo è ora chiamato all’immortalità. La mostra è un invito a percorrere oltre quaranta secoli si un itinerario intervallato da opere rare, modellate in una pietra eterna: la giada.
Gli oggetti in giada mostrano una profonda evoluzione plastica: il cacciatore diventa scultore a se stante, impegnando le sue creazioni in tre dimensioni. Se all’inizio le rappresentazioni rasentano l’astrazione, gradualmente emerge un linguaggio che penetra nella materia fino a plasmarla trasformandola dall’interno, per far emergere un potente realismo basato su un’attenta osservazione.
A causa della sua durezza, la giada è praticamente perenne: durante gli scavi archeologici, le gemme preziose costituiscono le vestigia culturali meglio conservate. Si narra che i primi utensili da taglio scoperti nel sito di Xiaogushan ad Haicheng (provincia di Liaoning) abbiano 12 mila anni.
Per quanto riguarda i “jue”, anelli di giada spaccati usati come orecchini, sono stati rinvenuti in gran numero nelle culture di Xinglongwa (c. 6200-5200 aC) e Zhaobaogou (c. 5200-4500 aC). Il lavoro sulla giada ha una storia di circa 8’000 anni.