Pubblicato il 28 Gennaio 2019 da Redazione in Uncategorized

Dieci anni di poker online in Italia, dal successo dei primi anni all’attuale fase di difficoltà

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Immagine Dieci anni di poker online in Italia, dal successo dei primi anni all’attuale fase di difficoltà

 

 

La vita del poker online in Italia è cominciata con una passione strepitosa che adesso sta andando via via assopendosi. Il 2 settembre 2008 è stato aperto il primo tavolo della prima poker room italiana, dieci anno dopo il poker digitale festeggia la sua prima decade contando, purtroppo, un calo di interesse, qualcuno azzarderebbe la parola crisi, a cominciare dai numeri della raccolta che sono andati calando. Tra qualche occasione persa, un clima politico mai così avverso al gioco d’azzardo e nuovi giochi che prendono sempre più piede, ecco che, al netto di tutto questo, ci sarebbe poco da festeggiare. Eppure, la storia del poker online è un racconto entusiasmante che vale sempre la pena di ripercorrere.

 

Randy Blumer. l’uomo che portò il Texas Hold’em online

 

Ci sono diverse teorie sulla nascita del gioco del poker, è molto probabile che abbia cambiato diverse formule e versioni, sta di fatto che, già nel 1800, i marinai francesi avevano portato le loro carte da gioco nel sud degli Stati Uniti, quindi già a quest’epoca risalgono le prime tracce del poker come lo conosciamo oggi. Ma è a latitudini molto più alte che possiamo trovare l’origine del passaggio del poker sul World Wide Web. Per esattezza, bisogna chiedere al canadese Randy Blumer, originario dell’Alberta, un ingegnere meccanico che a 21 anni compì un viaggio che gli avrebbe cambiato l’esistenza: si recò a Las Vegas. Nella capitale mondiale del gioco d’azzardo Blumer scopre il poker texano e se ne innamora serbando il ricordo di questo gioco ancora poco conosciuto in Canada. Proseguirà i suoi studi e si avvierà verso la carriera in marina, ma, con la grande rivoluzione tecnologica in atto, l’invenzione del www da parte di Tim Berners Lee e la connessione del globo, Blumer comincia a riflettere sulla possibilità di portare i tavoli da poker anche sull’online. All’inizio nessuno ha fiducia in questa idea, i suoi amici gli dicono: “il poker è un gioco di sguardi, bisogna osservare l’avversario” ma non sapevano che si stavano sbagliando.

 

Alla fine Blumer riuscì con una colletta ad ottenere 30 mila dollari e la partnership di un’azienda di software, dopodiché piazzò i suoi server in Costa Rica e cominciò l’avventura di Planet Poker. Era il 1997, subito all’inizio dell’anno successivo il governo americano abilitò i buy-in in denaro e la raccolta del poker online schizzò subito alle stelle, questo nonostante le tecnologie certamente non all’avanguardia (il sito poteva anche restare chiuso per giorni, cosa oggi impensabile). Bastò però quel monopolio iniziale a far diventare Blumer multimilionario e a far entrare nella storia Planet Poker.

 

Chris Moneymaker, il dilettante simbolo di una generazione di pokeristi digitali

 

Nella leggenda, invece, entrerà un giovane americano di Atlanta, tale Christopher Bryan Moneymaker, vincitore delle World Series of Poker 2003. All’epoca aveva 28 anni, lavorava come contabile e nel tempo libero si dilettava con il poker online. Nel 2003 si iscrisse ad un torneo satellite spendendo 39 dollari. Vinse e si guadagnò l’accesso alle World Series che invece avevano un buy-in da 10 mila dollari. Moneymaker si distinse sin da subito e riuscì a vincere il primo premio di 2,5 milioni di dollari. Questa vittoria è stata una delle più importanti della storia del poker: non era mai successo che un ragazzo con tutt’altro lavoro si presentasse in mezzo ai grandi sbaragliando la concorrenza, vincendo il campionato del mondo e divenendo ricco per la vita, tutto per aver partecipato ad un torneo da 40 dollari.

Poker online in Italia, tra crisi odierna e futuro incerto

 

 

Indubbiamente, questo evento ha avuto un lungo seguito, lo stesso Moneymaker (il cui nome significa “fabbrica soldi”) si prestava in maniera decisamente iconica ad essere l’ambasciatore del poker online nel mondo, e così fu. Lo chiamarono “effetto Moneymaker”, milioni di persone si sedevano al loro tavolo digitale pensando a dove avrebbe potuto portarli la loro ambizione, con un sogno nel cuore insomma. E così il poker è arrivato anche in Italia, ufficialmente nel 2008, anche se prima di quell’anno già si poteva giocare ad alcuni tavoli dedicati, ma senza apposita licenza. Essendo cominciati a settembre, i rilevamenti della raccolta del 2008 non sono attendibili, possiamo dire che il vero boom è avvenuto nel 2010 quando gli italiani hanno investito nelle poker room virtuali ben 3,14 miliardi di euro.

 

Dopo l’acme è cominciato il declino, almeno in termini di stime della raccolta. Consideriamo che, nel 2011, il totale delle giocate ai tavoli di poker online era calato fino a 2,2 miliardi di euro; va anche aggiunto che, in quello stesso anno, erano stati aggiunti i cash game all’offerta del poker, un tipo di tavolo dove non bisogna pagare un buy-in per sedersi ma si sceglie quanti soldi cambiare in fiches e si può scegliere di abbandonare il tavolo quando si vuole. Ecco, nonostante questa novità, la raccolta calò, anzi, a detta di molti fu proprio il cash game a generare questa diminuzione. In realtà, si vedrà che la raccolta totale continuerà la sua tendenza verso il basso nel corso degli anni a venire: nel 2016, la raccolta scese fino a 754 milioni. Secondo i dati recentemente forniti da AGIMEG (agenzia di settore), nel mese del decimo compleanno del poker, settembre 2018, il rilevamento del canale online ha registrato 800 mila euro in meno rispetto allo stesso mese dell’anno prima, con i cash game che addirittura perdono un milione nello stesso range di tempo.

 

In realtà, non c’è troppo da stupirsi, il poker online attraversa lo stesso momento che coinvolge anche altri settori come l’ippica ed il bingo. In pratica, la massa dei giocatori va rivolgendosi a nuovi giochi che attirano la loro attenzione. La maggior parte degli sviluppatori delle grandi società produttrici di giochi online è attualmente impegnata nella traduzione dei classici del casinò, delle slot analogiche, delle roulette (ecc.) in versione digitale e soprattutto responsive, cioè disponibile su smartphone, tablet, talvolta addirittura su smartwatch. La crisi del poker è una crisi di popolarità che si misura guardando i lunghi elenchi di casinò games e slot machine digitali sui siti delle major del mercato del gioco d’azzardo . Tocca ora al settore ripensare a come vendere con nuova verve un gioco senza tempo.