Se il veleno è nella coda, il supplementare di ieri sera a Belgrado ne ha avuta una razione almeno doppia, perché dopo una partita incredibile, punto a punto e giocata con un intensità da playoff sono due decisioni assai controverse a decidere il match.
Antisportivo a Motiejunas, quando sembra essere Smailagic ad esagere le conseguenze di un normale contatto per fermare il gioco; mancato antisportivo a Leday che colpisce al volto Loyd prima che venga effettuata la rimessa, sul punteggio di 87 a 85 per il Partizan e con poco più di un secondo sul cronometro.
C’è molto da discutere, sicuramente la polemica sugli arbitri non è il nostro cavallo di battaglia, però va chiaramente detto che finali così meritano una gestione migliore e più lineare per rispetto alle squadre in campo e allo spettacolo. La bolgia della Stark Arena aveva accolto il Roca Team per una partita fondamentale nel processo di crescita in questa Eurolega, una gara che inizia con le squadre che non risparmiano difesa dura e contatti: ma è la maggiore energia dei serbi che domina a rimbalzo, recupera palloni e arma la mano di Punter finché un inchiodata di Caboclo porta il punteggio sull’11 a 2 e obbliga Sasha Obradovic al time out.
È Diallo che con due triple rimette in equilibrio il punteggio, ma è purtroppo ancora Okobo che gioca da solo e poi forza l’impossibile e permette al Partizan di chiudere in vantaggio il primo quarto per 16 a 13. Ma è proprio il nazionale francese a guidare la rimonta ed il sorpasso fino al più 6, prima di subire un altro rientro deciso dei serbi che però alla fine vanno all’intervallo lungo sotto per 32 a 35, perché non basta il vecchio Nunnally per restare in scia del Roca Team.
La partita si gioca con un intensità da playoff, i contatti sono duri, non si risparmia niente ed anche il colore del viso di Coach Zelko Obradovic nell’accogliere in panchina il povero Vukcevic è quello delle grandi occasioni, un bel rosso acceso tendente al porpora.
Il Roca Team riesce a contenere fisicamente i serbi, riesce a non soffrire in difesa e risponde colpo su colpo alla spinta del Partizan, e con un Motiejunas chirurgico da tre resta a contatto mentre dall’altra parte Nunnally e Punter sono due minacce costanti.
Il secondo tempo vive sull’equilbrio, Motiejunas esibisce una prestazione balistica formidabile, che lo porta a concludere con 23 punti, dall’altra parte Nunnally e soprattutto Kevin Punter prendono per mano il Partizan e lo portano avanti, impattando il terzo quarto sul 51 pari e spingendo i serbi avanti anche di 8 punti all’inizio dell’ultimo quarto, prima che Mike James si metta in proprio e con alcune giocate irreali mandi la partita al supplementare sul 72 pari.
Fino a questo punto, una gara che il Roca Team ha giocato con uno spirito incredibile, resistendo alla pressione dei serbi, ribattendo ogni colpo, opponendo una difesa fisica e riuscendo a non cedere alla tentazione di giocare troppo sulle individualità, con ancora un Kemba Walker impalpabile e un Okobo che alterna belle cose a forzature inguardabili.
Ma anche il supplementare è all’insegna dell’equilibrio, fino alle concitate fasi finali, che consegnano agli archivi una sconfitta per 89 a 85 che è viziata dalla confusione arbitrale dell’ultimo minuto, perché questa sera si poteva vincere e si poteva perdere alla stessa maniera, ma non così, non con questa direzione di gara in stato confusionale.
Venerdì si riparte da Kaunas, casa dello Zalgiris, altro ambiente rovente di passione e di tifo, e bisogna subito dimenticare il veleno di Belgrado, portando via dalla Stark Arena la sola nota positiva della serata, cioè il fatto di aver giocato di squadra e di aver tenuto mentalmente in un clima incandescente. Sono elementi che in un percorso lungo e difficile come l’Eurolega a lungo andare premiano che è capace di averli a suo favore, come stasera anche nella sconfitta il Roca Team ha dimostrato di saper fare.
Fonte: https://www.riviera24.it