Jazz e arte. E’ in corso e si concluderà il 3 dicembre il festival diretto da Jean-Réné Palacio che sta portando sul palcoscenico della Salle Garnier dell’Opéra de Monte-Carlo grandi nomi e giovani talenti: da Lambert Wilson ad Angélique Kidjo, da Richard Bona & Mandekan Cubano a Ibrahim Maalouf; da Al Jarreau & NDR Bigband a Sarah Lancman, da Malia & André Manoukian Duo a Madeleine Peyroux; l’Airelle Beson Quartet; da Manu Katché Alune Wade & Harold Lopez Nussa a Robert Charlebois; il Wayne Shorter Quartet.
Dopo il successo della mostra ‘La Cina del Primo Imperatore’ del 2001, il Grimaldi Forum organizza, invece, – dal 14 luglio al 10 settembre – una nuova mostra a tema sulla ‘Città Proibita’, con un’attenzione particolare sulla dinastia Qing (1644-1911), l’ultima dell’età imperiale. Frutto della collaborazione tra i curatori Jean-Paul Desroches, conservatore generale onorario del Musée Guimet di Parigi dove è responsabile della collezione d’arte cinese, e Wang Yuegong, direttore della sezione museale della Città Proibita dedicata alla vita imperiale, l’esposizione propone una ricca selezione di circa 200 oggetti straordinari che provengono dall’antico palazzo degli imperatori cinesi, oltre ad altri prestati da collezioni europee e statunitensi (Musée Cernuschi, Louvre, Victoria & Albert Museum di Londra, Musées royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles, Arthur M. Sackler Gallery di Washington).
La Città Proibita è uno dei complessi palatini più prestigiosi esistenti e il sito più visitato al mondo con circa 10 milioni di presenze all’anno: palazzo e museo insieme, costituisce il fulcro attorno al quale fu edificata la nuova capitale di Pechino. Il progetto espositivo è incentrato sulla personalità degli imperatori Qing con particolare enfasi sui sovrani Kangxi (1662-1722), Yongzheng (1723-1735) e Qianlong (1736-1795), che si ersero ad archetipi della cultura cinese.
In quanto rappresentante del Cielo in terra, l’imperatore che si definisce ‘Figlio del Cielo’, è onnipotente e ricopre le funzioni di capo militare, religioso e degli eruditi. Il pubblico potrà ammirare i pregevoli oggetti esposti che attestano i vari ruoli: ritratti, costumi di apparato, arredi, oggetti preziosi, strumenti scientifici e altri ancora, alcuni dei quali annoverati tra i ‘tesori nazionali’. Secondo la tradizione del popolo Manciù, il cui potente esercito delle ‘Otto Bandiere’ conquistò la Cina a partire dal 1644, saranno evocate anche le imprese militari degli imperatori Qing attraverso diversi oggetti e incisioni che documentano le loro campagne vittoriose.