Etichette dei cibi confezionati in Francia ancora più trasparenti con l’entrata in vigore della nuova normativa. Oltre all’obbligo di indicare ingredienti, sostanze allergeniche, intolleranze e provenienza, c’è quello di riportare anche il valore energetico e le quantità di materia grassa presente, acidi saturi, zucchero, carboidrati, proteine e sale. Con lo scopo anche di far riscoprire ai consumatori il piacere e la salute della dieta mediterranea, ma soprattutto di combattere l’obesità, uno dei grossi mali francesi.
Il Governo sta valutando la possibilità di tassare i cibi preconfezionati sulla base del contenuto di calorie o della qualità nutrizionale. La direzione generale del Tesoro ha pubblicato uno studio sul costo socio-economico dei chili di troppo e una serie di misure da prendere contro il sovrappeso. Nel solo 2012 24,6 milioni di persone, un terzo della popolazione, erano in sovrappeso, con un incremento degli obesi del 4,1 per cento medio l’anno nel periodo 1997-2012.
I tecnici stanno pensando a varie soluzioni per aumentare le tasse sui cibi non sani in base al valore calorico o alla qualità nutrizionale o semplicemente rialzando l’Iva sugli alimenti considerati ‘nocivi per la salute’. Una strada simile è stata percorsa dal Messico nel 2014, ma l’effetto deterrente non è significativo, perché i rincari sono compresi tra l’1 e l’8 per cento. La seconda, adottata in Gran Bretagna, potrebbe avere la meglio anche perché l’arma del rialzo dell’imposta sul valore aggiunta è poco usata in Francia