In collaborazione con le organizzazioni a vocazione sociale e solidale: Amade, Fight Aids Monaco, Licra, Peace & Sport, e con la partecipazione degli studenti e dei professori di filosofia dell’Istituto François d’Assise – Nicolas Barré e del Lycée Albert Ier, gli Incontri Filosofici di Monaco organizzano una giornata dedicata al tema della “Solidarietà”, giovedì 4 aprile.
I rappresentanti delle 4 associazioni e 4 filosofi emeriti trascorreranno l’intera giornata in residenza nelle classi di filosofia di queste istituzioni scolastiche per presentare la teoria e la pratica della solidarietà e discuterne con gli studenti:
Una conversazione con questi filosofi, moderata da Raphael Zagury-Orly, filosofo e membro fondatore degli Incontri Filosofici di Monaco, avrà luogo presso il Teatro Princesse Grace a partire dalle 19:00, alla presenza delle organizzazioni e degli studenti, e sarà aperta al pubblico.
Come la libertà, la fratellanza ha più un potere incantatorio che un significato rigoroso – diverso da quello del legame creato dall’appartenenza alla stessa famiglia biologica. Inoltre, il termine si impone ed è elevato come bandiera morale, che chiude in sé e ingloba anche quello, altrettanto degno, della sorellanza. Strettamente parlando, la fratellanza sfugge al campo operativo della politica e fugge da qualsiasi giurisdizione: nessuna “misura” la crea, nessuna legge la plasm, nessun decreto la obbliga. Nella Costituzione francese, la parola viene menzionata solo tre volte, una come motto nazionale (liberté, égalité, fraternité), una come “ideale comune”. Poiché non esprime “alcuna esigenza specifica” (John Rawls), le carte costituzionali internazionali la ignorano.
Preferiscono invece invocare la solidarietà. Perché mantenere infatti questo riferimento, sebbene diluito, sbiadito, ai legami di sangue? È vero che la solidarietà ha una storia strana. Il termine “solidum” originariamente si riferiva a una moneta (si sente più nell’italiano “soldo” che nel francese “sou”, ma abbastanza bene in “solde”, o “soldat”), ma nel diritto romano “in solidum obligari” significava che vari debitori si impegnavano a pagare gli uni per gli altri e tutti insieme la somma da rimborsare. È stata la Rivoluzione francese a estrarre la solidarietà dal campo giuridico ed economico e ad applicarla all’atteggiamento di soccorso, di sostegno reciproco tra cittadini. Ora, non denota più altro che un rapporto di “fratellanza” proprio, ma dove essere fratelli e sorelle non ha senso, poiché la solidarietà non spinge ad aiutare una persona perché è membro della mia famiglia, ma promuove un aiuto reciproco che coinvolge tutti i membri di una comunità uniti in un senso di appartenenza comune al gruppo, alla comunità, alla società, all’intera umanità. Quello che attiva la solidarietà è la priorità, rispetto alla preoccupazione per sé stessi, alla coesione sociale, alla “responsabilizzazione” di tutti per ciò che può accadere a ciascuno e all’impegno a fornire assistenza se ciò che accade provoca una perdita – di libertà, di giustizia, di risorse, di dignità, di rispetto. Pertanto, “Liberté, Égalité, Solidarité” sarebbe un bellissimo motto.