« Monsignore,
Monsignore l’Arcivescovo,
Signor Presidente del Consiglio Nazionale,
Signore e Signori, alti rappresentanti della Casa Sovrana e della Giustizia,
Signore e Signori, Consiglieri di Governo-Ministri,
Signor Ambasciatore di Francia,
Signora Ambasciatore degli Stati Uniti d’America,
Signor Sindaco di Monaco,
Signore e Signori, rappresentanti del Consiglio Nazionale e del Consiglio Comunale,
Signor Bradford HICKS,
Signor Sindaco di Beausoleil,
Signore e Signori nei vostri titoli e qualifiche,
Sono particolarmente onorato di prendere per la prima volta la parola pubblicamente davanti a voi, Monsignore, davanti a tutte e tutti voi in qualità di Ministro di Stato del Principato di Monaco.
Riconosco pienamente la fiducia che avete riposto in me, Monsignore, nel nominarmi a questa carica.
Ne sono onorato, e voglio dire qui che metterò tutta la mia determinazione e la mia energia al vostro servizio, al servizio del Principe Sovrano, al servizio di questo bel Paese in cui ora ho la fortuna di servire.
Permettetemi di aggiungere che conosco Monaco da molti anni e che provo sempre un forte sentimento di ammirazione per questo Stato e per la sua popolazione.
La Storia del Principato si è costruita, nel corso dei secoli, grazie alla visione dei suoi sovrani, in un costante sforzo di lavoro e adattamento ai cambiamenti del mondo che lo circonda.
Monsignore, durante il discorso della vostra ascensione, avete detto, in particolare, di aver fatto un sogno.
« I had a dream », avevate detto.
Che Monaco sia un paese produttore di modelli:
• Modello di vita
• Modello di sviluppo
• Modello di benessere
• Modello di pace
La potenza di Monaco deve essere una potenza etica, una potenza modello.
Questo è Monaco, e state sicuro che ne sarò il garante al vostro fianco.
Ma ciò che è più ammirevole, è il legame indissolubile tra la Dinastia dei Grimaldi e questa popolazione, nonostante gli alti e bassi e le sofferenze della Storia che hanno così spesso legato il destino della Francia e di Monaco.
Senza la continuità di questa dinastia, Monaco non sarebbe più ciò che è.
Il riconoscimento e la potenza di Sua Altezza Serenissima il Principe Alberto II, in Europa e nel mondo, non devono più essere dimostrati.
Avete appena ricordato solennemente, Monsignore, in occasione di una commovente cerimonia nazionale davanti al monumento ai caduti del cimitero, quale fosse la vostra volontà di commemorare ufficialmente l’80° anniversario della Liberazione di Monaco nel 1944.
Voi stesso, Monsignore, avete partecipato, su invito del Presidente della Repubblica francese, insieme a numerosi capi di Stato e di governo dei paesi protagonisti di questo momento storico, alle commemorazioni dello sbarco in Normandia il 6 giugno, poi a quelle dello sbarco in Provenza, il 15 agosto scorso.
Il giorno prima, il mio predecessore Pierre DARTOUT ha partecipato all’inaugurazione di una statua in bronzo del Generale FREDERICK, in parte finanziata dallo Stato monegasco, a La Motte, nel Var, nel luogo in cui la First Airborne Task Force, da lui comandata, è stata aviolanciata nella notte tra il 14 e il 15 agosto 1944.
Perché, come avete ricordato pochi istanti fa al cimitero, Monsignore, sono state le truppe di questo generale americano che hanno permesso la liberazione di Monaco il 3 settembre.
Secondo il desiderio di Sua Altezza Serenissima, ho ora l’onore di accogliervi per inaugurare, nella hall del Ministero di Stato, l’esposizione Monaco liberata! 3 settembre – 28 dicembre 1944, organizzata congiuntamente dalla Missione di prefigurazione degli Archivi Nazionali, gli Archivi del Palazzo e l’Istituto Audiovisivo.
Il commissariato è stato curato dai direttori di queste istituzioni, di cui, come ex eletto della Drôme, conosco già in parte il bel lavoro, soprattutto nel campo della valorizzazione dei legami storici che avvicinano Monaco a un certo numero di collettività territoriali francesi.
Michaël BLOCHE, Thomas FOUILLERON e Vincent VATRICAN hanno lavorato con Stéphane LAMOTTE, professore aggregato al Liceo Alberto I, con la collaborazione di Jean-Charles CURAU, del personale della Mediateca comunale e del Servizio centrale degli archivi e della documentazione amministrativa.
Siano ringraziati e felicitati per il risultato del loro lavoro, che è notevole e presentato con talento, grazie a un’infografica al tempo stesso densa ed elegante.
Inedita nel suo approccio e nella sua metodologia, questa esposizione copre un periodo di poco più di 4 mesi, dallo sbarco in Provenza il 15 agosto 1944, alla dissoluzione del Comitato di liberazione di Monaco il 28 dicembre 1944.
Propone un focus sulle giornate che hanno portato alla Liberazione e ritorna in particolare sull’azione dei soldati americani che entrarono nel paese il 3 settembre e vi rimasero, alcuni di loro, nelle settimane successive, mentre la maggior parte dell’esercito stabiliva un fronte a 10 km dal Principato.
Fornisce anche una visione delle condizioni di vita della popolazione in quel periodo, che fu tra i più duri del conflitto a causa dei bombardamenti, delle carenze e dell’isolamento.
L’esposizione affronta anche, con giustezza ed equilibrio, senza eccessiva retorica, l’entrata in ebollizione politica che segue la gioia della liberazione, con tentativi di insurrezione, di rovesciamento del potere in atto, e persino di annessione. Di conseguenza, mette in luce la presenza cruciale dell’esercito francese, in particolare della 10ª compagnia del 9º reggimento di zuavi, e del commissario della Repubblica, il comandante Jean GIRAUDET, che è stata determinante per il futuro di Monaco poiché ha permesso di riportare la calma e aprire un periodo propizio a grandi acquis sociali.
Ben noto nel Principato, il fondo fotografico Detaille, per la prima volta rigorosamente documentato e datato, è stato particolarmente utilizzato, ma la ricchezza di questa esposizione deriva anche da una molteplicità di fonti, poiché una quindicina di enti hanno messo a disposizione delle immagini.
La sua qualità deriva anche dall’accesso a fonti inedite, tra cui le preziose testimonianze lasciate dal dottor Jean DROUHARD, chirurgo dell’ospedale, e dal figlio del paese Jean DEFLASSIEUX, giovane resistente a Monaco nel 1944, e che fu poi, come presidente del Crédit Lyonnais, una grande figura della banca francese.
Ringrazio quindi in modo particolare la signora Elisabeth Bréaud, figlia del dottor Drouhard, la signora Huguette Deflassieux, la signora Lucette Deflassieux-Comensoli, vedova e sorella di Jean Deflassieux, ma anche i rappresentanti e i discendenti delle famiglie BORGHINI, DETAILLE e LAJOUX, per la loro presenza e il loro contributo al dovere di memoria di cui sono i garanti eminenti.
Attraverso lo studio fine e delicato di un periodo che non tollera, ancora meno di altri, l’approssimazione, questa esposizione ravviva la memoria di fatti storici troppo poco conosciuti, soprattutto dalle giovani generazioni.
Invito quindi il pubblico, in particolare gli studenti e i loro insegnanti, a venire a scoprire nelle prossime settimane il notevole lavoro svolto dal team dei commissari.
È indispensabile mantenere questa memoria, questo dovere di memoria.
Le giovani generazioni dovranno prendere il testimone affinché la fiamma della storia non si spenga, non si spenga mai.
Perché nulla sarebbe peggio che dover ravvivare le ceneri di questa storia, quando è molto più facile mantenere viva questa fiamma.
Monsignore, avete voluto rendere questa giornata dell’80° anniversario della liberazione di Monaco, una giornata al tempo stesso solenne, festosa e memoriale.
I Monegaschi e la popolazione hanno risposto presenti.
Questa esposizione sarà accessibile per 5 mesi, fino al 31 gennaio 2025, settimana in cui sarà commemorata l’apertura dei campi di concentramento.
Altri eventi saranno organizzati fino alla primavera del 2025, nell’ambito dell’80° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa, in particolare dalla Mediateca di Monaco, dall’Istituto Audiovisivo, dalla Direzione dell’Educazione Nazionale, della Gioventù e dello Sport e dall’associazione “Devoir de mémoire”.
Vi propongo ora di visitare l’esposizione, gradualmente e a piccoli gruppi, poiché siamo numerosi.
Ma prima di ciò, vi invito,
Monsignore,
Signora Ambasciatore degli Stati Uniti,
Signor Ambasciatore di Francia,
Caro Signor Hicks,
a unirvi a me, affinché vi sia presentato il francobollo con l’effigie del generale Frederick, emesso dall’Ufficio dei francobolli della Principato.
Vi ringrazio per la vostra attenzione. »